Con le "valentine", l'eleganza dell'Ottocento

Messaggi amorosi? Può essere, o forse no. Quello che a prima vista tali missive comunicano è la raffinatezza e la cura con cui veniva trattato il messaggio postale un secolo e mezzo fa.

Donne, ma non solo, le destinatarie
Chissà cosa conteneva il plico affrancato con il 15 soldi primo tipo di Lombardo Veneto inviato nel 1858 alla “pregiatissima damigella”, la signora Rosa Pizzini di Trieste, che Zanaria Aste porrà all’incanto il 5 maggio.
Un secolo e mezzo dopo, è difficile stabilirlo. A giudicare dagli aspetti estetici, dalla cura con cui l’indirizzo è scritto, dal francobollo ordinatamente posto in un angolo e soprattutto dal tipo di carta scelto, caratterizzato da una serie delicata di decorazioni a rilievo, si capisce che il mittente ci teneva davvero a quella missiva, e sperava in una benevola accoglienza da parte della destinataria.
Riprendendo la tradizione anglosassone, gli esperti definiscono tali oggetti “valentine”. Rappresentano un po’ le progenitrici delle testimonianze che, anche ai nostri giorni, gli innamorati  ancora si scambiano utilizzando la tradizionale lettera cartacea, magari accompagnata da una scatola di cioccolatini o un mazzo di fiori, oppure avvalendosi di strumenti più moderni. Le “valentine”, quelle d’epoca, rappresentano invece la base per collezioni che permettono di associare la ricerca filatelica e storico-postale al semplice gusto per il bello. Senza dimenticare la valorizzazione economica: il plico citato sopra, ad esempio, in asta partirà da 250,00 euro e se lo aggiudicherà chi offrirà la cifra più alta.

Non sarà l’unico esemplare che l’azienda metterà in vendita al migliore offerente. Un altro esempio viene dal plico affrancato nel 1852 con il 5 centesimi verde, con punto dopo la cifra, di Modena.
Anche in questo caso, la destinataria è una signora, domiciliata però a Liciana. Pure tale missiva è impreziosita da festoni floreali in rilievo, che contribuiscono, insieme all’affrancatura, a determinarne la stima d’asta: 500,00 euro. Decisamente più sobri gli ornamenti di un terzo lotto, questo viaggiato nello stesso anno, 1852, grazie ad un 15 centesimi nero su rosa di Parma e destinato a Modena. Ma non è così frequente trovare “valentine” del Ducato, e la valutazione ne tiene conto: 800,00 euro.

Nella maggior parte dei casi tali comunicazioni erano dirette ad un pubblico femminile. Ma non sempre, come testimonia una quarta voce, indirizzata nel 1861 ad un soldato di stanza a Gaeta e poi reindirizzata a Sora. Il viaggio che ha compiuto è risultato piuttosto articolato, come testimoniano i ben nove bolli di transito applicati al retro.
Viaggio pagato con un 10 centesimi grigio olivastro di Sardegna, difettoso nell’angolo superiore sinistro. L’insieme è stato valutato 300,00 euro alla base.
Un ulteriore documento si rivolge ad un interlocutore maschile, ed ancora una volta è caratterizzato da lavorazioni ornamentali. È del 1863, diretto con urgenza (la sottolineatura venne applicata dallo scrivente) a Verolanuova. Il porto è stato pagato attraverso un 15 centesimi azzurro del tipo Sardegna. La corsa al rialzo parte da 500,00 euro.