Storico quell’ottagono
Tre versioni prodotte tra il 1852 ed il 1859, cui si aggiungono i segnatasse, arrivati negli uffici a partire dal 1853. È la raccolta di tredici esemplari che caratterizzano il Ducato che, con il nome di Parma, univa pure Piacenza e, attraverso quell’“eccetera” presente nelle vignette della serie uscita per ultima, anche parte della Lunigiana.
Al pari di altre realtà coeve, ad esempio Modena e Toscana, i francobolli di Parma si caratterizzano per il simbolo ufficiale. Nel caso specifico è il giglio borbonico sormontato dalla corona ducale, che resta in uso fino a quando la casata, rappresentata da Maria Luisa, non è costretta ad abbandonare il territorio.

La prima serie, forse la più impegnativa dal punto di vista grafico, si caratterizza per l’indicazione che richiama gli Stati Parmensi e comprende cinque tagli, da 5, 10, 15, 25 e 40 centesimi, che debuttarono il 1° giugno 1852.
La seconda, disponibile tra 1853 e 1855, è simile alla precedente ma impiega carta bianca in luogo di quella colorata. Risulta essere anche la più impegnativa dal punto di vista economico: per gli esemplari nuovi con gomma, il Sassone valuta il 5 centesimi 14mila euro, il 15 16mila e non dà alcuna stima (essendo noti solo due esemplari) per il 25.
Zanaria offre il primo e il terzo esemplare usati con bordo di foglio rispettivamente a 2.500 e 1.250 euro. Tra il 1857 ed il 1859 esce la terza serie: come la precedente, utilizza un supporto neutro sul quale vengono stampati in colore il disegno, i testi e i nominali per gli importi del 15, e 40 centesimi.

La storia, quella vera, la fa l’ottagono a linee curve con stampa tipografica in nero su carta colorata. Il francobollo, prima del valore di 9 centesimi poi abbassato a 6, venne utilizzato a partire dal 1853 per tassare i giornali stranieri, un modo pratico con cui ostacolarne la diffusione. Il medesimo impianto, molto semplice, venne impiegato per inaugurare il nuovo corso politico, dopo che Maria Luisa, il 9 giugno 1859, lascia per la seconda ed ultima volta la città.
Questi francobolli, dicono i cataloghi, debuttano il 27 agosto 1859 ed ormai si avvicinano al secolo e mezzo di vita. I cinque facciali (5, 10, 20, 40 ed 80 centesimi, il primo ed il terzo in due colori diversi) rappresentano alcuni fra i gioielli di tutto l’Ottocento postale italiano.